Che Maurizio Geri sia un poeta, lo sia sempre stato fin dai suoi esordi con Alberto Baila e Caterina Bueno, è pacifico, attività sottolineata e rafforzata dal suo secondo amore: la musica manouche col suo Swingtet e ancora nella musica dell'organettista Riccardo Tesi, della quale può essere considerato una colonna portante.
È meno scontato che Maurizio torni sì alle sue origini culturali e poetiche, ma lo faccia oltre che con la pubblicazione di un disco Perle d'Appennino, anche con un omonimo volumetto di poesie che integra il disco.
Questo e quello risultano alla fine un viaggio nella poetica di Geri ironica e malinconica allo stesso tempo, in grado di immergere l'ascoltatore/lettore nella millenaria cultura della sua terra, l'appennino pistoiese, dove le "vie" rappresentano
ambienti della mente e della gente, nello spazio e nel tempo.
Così troviamo la via del ghiaccio, la via del ferro, la via del castagno, delle stelle, del carbone, dei canti, che uniscono immaginario e vita quotidiana in un intreccio inestricabile come in fondo è la vita, che vissuta là, tra i monti, anziché in città, porta l'immaginario a fondersi con il lavoro e la sopravvivenza in un ambiente affascinante, ma al tempo stesso selvaggio.
Un bar fumoso e sregolato, il gioco delle carte, il prendersi in giro, la neve che cade lieve nei silenzi della montagna, il peso dell'emigrazione e la raccolta delle castagne per i pendii scoscesi, il sacro della religione e la forza della natura incombente ogni giorno.
La vita presa con la leggerezza e la profondità della poesia, che fa pensare e sorridere, ma che l'ascolto del disco esalta e vivifica, un disco creato con gli amici di anni e musicisti di prim'ordine (Nicola Vernuccio, Ellade Bandini, Claudia Tellini, Claudio Carboni, Nico Gori, Walter Paoli, Vincenzo Zitello, Gabriele Mirabassi, Ruben Chaviano Fabian, Giacomo Tosti e tanti altri) ma anche con i fratelli Manuela e Alessandro, in un brano evocativo, dedicato all'emigrazione.
Il disco, oltre che di storie, è un mix di idee, atmosfere, ritmi, arie e ricordi che si intersecano con la vita di oggi, bozzetti anche comici, spaccati di vita quotidiana, con la musica che esalta i racconti delle parole.
A pensarlo all'americana, il lavoro che Maurizio ha fatto in questi anni potrebbe rappresentare l'evoluzione musicale del nostro blues, della nostra musica popolare.
Una strada interessante, personale e poco battuta in un universo musicale, quello di oggi, in cui, come non mai, la personalità e l'originalità non sono elementi decisivi per il mercato discografico.
Da vedere e ascoltare anche: https://youtu.be/BsEAD81HihU
Maggiori info: www.mauriziogeri.com- gerimaus@hotmail.com
Stefano Cavallini
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