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Stefano Cavallini, Il denaro vince sempre, Habanera Books 2023, pag. 148
L’investigatore Fancelli di solito si interessa di problemi di corna e niente lo potrebbe stupire di più della richiesta del fratello, Procuratore della Repubblica, che lo chiama a risolvere, “da parte del Ministero dell’Interno, un incarico della massima importanza”. Si tratta della cospicua eredità di un anziano che ha voluto riscrivere alcune clausole del testamento in punto di morte: se gli eredi diretti non saranno tutti presenti alla apertura del testamento, i suoi beni andranno ad un ente benefico, tale Fratellanza di Fatima. Il problema è che uno degli eredi, certo Turini, è introvabile, e il Fancelli ha sette giorni per risolvere il caso. Non può tirarsi indietro.
Inizia così una serie di spostamenti e di incontri in Italia e all’estero sulle tracce dell’erede: personaggi di poche parole caricano ogni situazione di mistero, ma all’occhio dell’investigatore non sfuggono piccoli elementi che hanno puzza di bruciato. Entra in androni bui, in questure che non sembrano tali, viene sballottato da un posto all’altro in passaggi che non sono di aiuto, che gli sembrano inutili e aumentano le domande: perché una certa avvocatessa conosce le clausole del testamento se non è stato ancora aperto? Non è fuori posto il vice questore vestito con insolita eleganza che lo riceve a Palermo?
Quando la ricerca si sposta in Inghilterra e addirittura gli mettono a disposizione una agente dei servizi speciali di Scotland Yard, capisce di essere finito in un intrigo internazionale che vede al centro proprio quel Turini: un trafficante in armi pesanti. I rischi si fanno sempre più fitti, i motivi di dubbio aumentano: che cosa borbotta tra la dentiera la vecchietta che lo ospita? E la bionda che parla al finestrino abbassato di un’auto in sosta, è una prostituta? Si deve fidare davvero della bella agente che non lo molla mai? Perché gli hanno perquisito la camera e buttato tutto all’aria? A che cosa sono dovute improvvise e private conversazioni telefoniche nel bel mezzo di un incontro? Davvero è una fabbrica di armi o di ascensori, quella a cui approda alla ricerca di Turini? Perché entra in scena anche il consolato uruguaiano? Che cosa si deve decidere nell’incontro a Waterloo Bridge? Chi è l’uomo col turbante? Ogni personaggio è caratterizzato con tratti precisi. In un crescendo di intrighi nella ricerca dell’erede introvabile ma indispensabile, mentre il tempo dell’indagine si consuma, si arriva alle scazzottate, alle sparatorie, ai morti ammazzati; al Fancelli non si risparmiano guai, ne esce vivo ma deve prendere atto del fallimento della sua operazione. Eppure gli sono rimasti dei dubbi e da bravo investigatore qual è non trascura alcun elemento, anche se si tratta della ricevuta di una lavanderia.
Il giallo di Cavallini, un giallo “in movimento”, è ricco di realismo comico, con un protagonista dalle umane fragilità che ce lo rendono simpatico. Una incredibile rete di intrighi è costruita con la massima accuratezza e intelligenza a un solo scopo: ottenere i beni del morto. Ma a un investigatore come Fancelli, abituato a trattare i delicati problemi di corna, non sfuggono i particolari che puzzano di bruciato.
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Marisa Cecchetti vive a Lucca. Insegnante di Lettere, ha collaborato a varie riviste e testate culturali. Tra le sue ultime pubblicazioni i racconti Maschile femminile plurale (Giovane Holden 2012), il romanzo Il fossato (Giovane Holden 2014), la silloge Come di solo andata (Il Foglio 2013). Ha tradotto poesie di Barolong Seboni pubblicate da LietoColle (2010): Nell’aria inquieta del Kalahari.