27 dicembre, 2007

Ancora un ballo, l'ultima fatica di Maurizio Geri

Evento non trascurabile quello che ha coinvolto gli appassionati al Teatro Manzoni di Pistoia, giovedi 13 alle ore 21.30, con un concerto di presentazione del nuovo disco di Maurizio Geri, dal titolo che fa presagire qualcosa di molto interessante: Ancora un ballo e un sottotitolo ancora più intrigante: canzoni originali in forma di danza.
Torna dunque in sala d'incisione uno dei più ispirati chitarristi italiani, forse l'unico in grado di interpretare e riproporre la realtà musicale di oggi, quella più vera e trasversale; che non è quella d'allevamento delle major discografiche o quella spesso necrotizzata dei generi.
E non torna solo all'incisione dopo qualche anno dalla precedente (A cielo aperto), ma concepisce il progetto anche per il palcoscenico, pensa al coinvolgimeto del pubblico, alla forma più bella e affascinante della nostra musica popolare.

La prova generale, se così si può definire, aveva preso corpo al Buskers Festival di Pelago, in luglio, ma giovedi sera al Teatro Manzoni, c'è stata la consacrazione, l'evento per un Maurizio Geri immerso nella sua musica, oltre che con la sua formidabile chitarra, anche con la sua voce. Sì perché l'album è composto essenzialmente da canzoni e dunque un Maurizio Geri diverso e forse più autentico, con tutta la sua carica immaginifica.
Numerosi i collaboratori di Ancora un ballo che ne compongono anche il valore, a cominciare da quel mago dell'arrangiamento che è Mauro Grossi e dall'altro arrangiatore Stefano Melone, per finire ai musicisti di importanza internazionale: Ellade Bandini, Ruben Chaviano Fabian, Paolo Ghetti, Nico Gori, Roberto Rossi, Luca Marianini, Nicola Vernuccio; e infine le coriste, Claudia Tellini e Alice Sobrero e il quartetto d'archi Archea.
E a stupire è anche il repertorio in cui troviamo impensati accostamenti, come l'arrangiamento di un'ottava rima del poeta estemporaneo Mario Andreini, arie e rimi caraibici, la colonna sonora di un film di Alberto Sordi, autori come Gorni Kramer ed Henghel Gualdi o un duetto con Gian Maria Testa (nel disco) dove entrambi si destreggiano su Il Bianco, un brano dedicato al film I Clown di Federico Fellini.

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